CONFRATERNITA DEI BIANCHI DELL'OSPEDALE

Tra le Confraternite che animano ogni anno la Settimana Santa di Corleone, quella dei Bianchi dell’Ospedale è certamente una delle più antiche e ricche di storia.
Sebbene non sia possibile indicare con esattezza la data precisa della sua nascita, la “Venerabile Compagnia dei Bianchi dell’Ospedale” è da far risalire con ogni probabilità al periodo compreso intorno alla seconda metà degli anni ‘60 del XV secolo.
In generale l’intera storia della spedalità del paese in provincia di Palermo è stata sempre connessa all’attività dei Bianchi e dei suoi confratelli. Uomini che, con profonda devozione e spirito di sacrificio, hanno saputo prima realizzare e poi gestire sino alla metà del ‘900, uno dei più importanti complessi artistici e monumentali del paese: l’ospedale dedicato allo “Spirito Santo” prima, e a “Vittorio Emanuele III” dopo.
Proprio per questa nobile causa, tra il 1617 e il 1678, la Confraternita decise di allestire la celebrazione del Venerdì Santo, chiamando a raccolta le altre congreghe “Bianche” e trasformandola in una delle più importanti celebrazioni religiose del paese. Un’attività fervida che però ha risentito, con il passare dei secoli, di un progressivo ridimensionamento delle risorse economiche derivanti dalle elemosine. Un processo andato avanti fino al giorno dell’attivazione del nuovo complesso ospedaliero, e la nascita del servizio sanitario nazionale.
A questo si è aggiunta la forte ondata migratoria che ha interessato Corleone, soprattutto nel corso del XX secolo, che ha privato la Confraternita dei Bianchi dell’Ospedale di un significativo cambio generazionale. Eppure, da alcuni anni a questa parte, in controtendenza con il passato, si è assistito ad una riscoperta da parte delle nuove generazioni, di quei valori simbolici legati all’attività religiosa di Corleone.
Un fatto che ha giovato, in primis, proprio alla Confraternita dei Bianchi dell’Ospedale che dall’inevitabile prospettiva di una estinzione oggi, con l’arrivo di giovani confrati, può guardare con maggior serenità al proprio futuro, e alla tutela di quelle tradizioni che costituiscono il patrimonio culturale inestimabile del territorio.

- Testo tratto dal sito "LIVESICILIA".