La Confraternita dei Santi Elena e Costantino esisteva già alla fine del Trecento ed è la più antica in assoluto fra le confraternite corleonesi; quella di San Giuseppe d’Arimatea e Nicodemo, è invece la più giovane. Tutte le altre nacquero in poco più di un secolo, dalla metà del Cinquecento alla metà del Seicento.
Se la chiesa così come oggi è giunta a noi, è una ricostruzione del diciassettesimo secolo, di essa si trova già traccia in alcuni atti notarili della prima metà del Trecento, mentre la confraternita si ritrova già in un atto del 27 gennaio 1393, redatto dal notaio de Florentia, per la transazione di un debito.
Anche le fortune economiche della chiesa e della compagnia sono della fine del 1300. Nel 1383 è certo il loro possesso del feudo di S. Ippolito che, con un atto del notaio Nardino de Pittacolis viene concesso in enfiteusi perché venga condotto a seminativo ed a pascolo. Sul feudo di S. Ippolito - e sugli altri due che col tempo erano finiti sotto l'ala protettrice della chiesa, Sant'Elena e Piano di scala - la compagnia avrebbe costruito le sue fortune.
E attorno al possesso, insolito per quei tempi, di una tale estensione di terreno, ha ruotato gran parte della vita della confraternita, i cui membri ancora fino a qualche anno fa, seicento anni dopo, ricevevano una sorta di ormai risibile dividendo.
- Testo e foto tratti dal sito https://settimanasantacorleone.jimdofree.com.